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LA SCUOLA POPOLARE DI DISEGNO

La principale attività sociale della Società Operaia ed Agricola di Cassano fu certamente la Scuola Popolare di Disegno.
Fondata nel 1883 ebbe da subito un obiettivo assai ambizioso, promuovere il “benessere dei giovani di questo comune” come ebbe a scrivere nel dicembre 1913 il Presidente della Società in una lettera indirizzata alla giunta municipale (e attualmente conservata presso l’archivio comunale).
Nello scritto sono riportate informazioni utili circa la struttura ed il funzionamento della scuola: lezioni serali bisettimanali (mercoledì e sabato) organizzate su tre classi (la, 2a e 3a) con programmi diversificati per ciascuna classe: in prima, copia dal vero a mano libera e disegno geometrico per tutti gli scritti; in seconda e in terza divisione degli iscritti in sezioni specializzate (“ornatisti, falegnami, muratori, meccanici”), in modo che gli alunni fossero “esercitati sulla copia, possibilmente dal vero, di oggetti attinenti alla professione da essi esercitata”.
Obiettivo era consentire ai lavoratori di apprendere ed approfondire nozioni strettamente connesse al lavoro svolto in modo da migliorarne la professionalità consentendo loro di migliorare la propria capacità tecnica.
La scuola di disegno ebbe una certa popolarità anche presso le istituzioni e così fino alla fine degli anni venti poté contare sulla disponibilità di un sussidio annuo concessole dall’amministrazione comunale per l’acquisto e l’aggiornamento delle attrezzature didattiche.
La situazione cambiò drasticamente nel 1932.
In quell’anno anche a Cassano fu istituita dall’autorità statale la Scuola di avviamento professionale; a seguito di questo evento la direzione della Società Operaia fu costretta a prendere atto della sua sovrapposizione con la Scuola di disegno e quindi deliberò di rinunciare ai propri corsi assegnando al Comune la gestione della Scuola di Disegno con le relative conseguenze:
• cessione gratuita dei locali utilizzati per la tenuta dei corsi,
• cessione del sussidio percepito dal Consorzio Provinciale.
A sua volta il Comune, nella persona del Podestà, dopo aver deliberato di incorporare la scuola di disegno a quella di avviamento professionale fa rinuncia formale all’intento su suggerimento del Prefetto di Varese.
La scuola sembrò riprendere la propria attività: in una lettera al Podestà datata 8 febbraio 1933 il presidente della Società comunica di aver già provveduto all’apertura della Scuola di Disegno nonostante le scarse possibilità finanziarie” chiedendo di seguito anche per quell’anno l’assegnazione di un sussidio.
La domanda non ebbe seguito, i corsi furono sospesi e - come già anticipato - la Società stessa fu sciolta nel successivo mese di settembre.

L'EDIFICIO

Vista edificio principaleLa Società Operaia ed Agricola ebbe da subito sede in un piccolo edificio collocato lungo l’attuale Via Marconi.
La costruzione è organizzata su un corpo di fabbrica principale ad L al quale sono annessi il volume di ingresso ed un corpo minore sul retro. Internamente l’edificio è improntato a grande semplicità: come si legge nello “STATO DI CONSISTENZA DELL’IMMOBILE DELLA CESSATA SOCIETA’ OPERAIA”, compilato nel 1958 - quando ospitava un distaccamento della scuola elementare comunale - l’edificio comprende due aule, due spogliatoi, un antibagno e due servizi igienici.
La data di costruzione non è certa, ma sicuramente risale alla seconda metà del XIX° secolo, ovvero all’atto di istituzione della Scuola di Disegno. In assenza di notizie documentarie circa le origini, l’osservazione diretta del fabbricato consente di ipotizzare una storia costruttiva in due fasi.
Alla prima potrebbe risalire il corpo principale - occupato dalle aule - il cui aspetto fa pensare ad una preesistenza, considerata la maggiore altezza in gronda, la compattezza del volume, la forma squadrata delle aperture (finestre e porte), nonché il trattamento delle pareti ad intonaco.
In un secondo momento potrebbe essere stato aggiunto come ampliamento il corpo più sporgente nonché la loggia di ingresso, entrambi lasciati in muratura di mattone faccia a vista.
Nonostante la diversità dei materiali costruttivi, l’apparato decorativo mostra i risultati di una evidente ricerca di unità stilistica condotta in direzione di un ritrovato gusto eclettico così imperante in zona grazie anche all’influenza dovuta all’opera di Camillo Boito che progettò l’Ospedale Civico di Gallarate.

Vista laterale palazzinaSui prospetti intonacati la decorazione presenta diversi elementi riconducibili al gusto neogotico: i caratteri con cui sono composte le scritte “società operaia” e “scuola di disegno”, la campitura a losanghe con inserto a biscia estesa su tutte la pareti, la decorazione sottogronda composta da archetti acuti trilobati - ma che sono presenti anche nel centro storico della vicina Albizzate che pochi anni prima aveva subito un intervento generale di ripristino.

Allo stesso gusto sono riconducibili le aperture del corpo in mattone a vista: la grande bifora verso la strada comunale e la più piccola finestra verso l’ingresso, entrambi racchiuse da un arco a sesto acuto. Sono invece di richiamo neorinascimentale le lesene agli angoli - sia quelle dipinte che quelle in rilievo -‘ e cornici di porte e finestre, e la fascia che marca il basamento dell’edificio.

Vista loggia di ingresso

All’interno della loggia di ingresso, nelle tre lunette definite dalle voltine a crociera, sono dipinti - tra l’alto - tre rosoni riportanti l’immagine del sole con raggi curvilinei, secondo un motivo formale che trova un richiamo aulico nel timpano della facciata che Leon Battista Alberti realizzò sulla preesistente basilica di Santa Maria Novella a Firenze.
Riconducono invece alla simbologia delle arti e dei mestieri i due tondi in pietra sul lato lungo della loggetta di ingresso e che riportano rispettivamente, quello destro i simboli dell’industria e dell’edilizia (si vedono l’incudine, il martello, la cazzuola), quello sinistro i simboli del lavoro della terra (il badile, la zappa, il piccone).
Nel tempo l’edificio ha seguito le vicissitudini della Società Operaia ed Agricola fino alla chiusura della scuola di disegno per essere assegnato al Comune di Cassano che ne ospitò dapprima parte della locale Scuola Elementare, quindi gli ambulatori medici e in ultimo il Comando della Polizia Municipale.

 

 

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